Non solo l’ipertensione, anche la pressione bassa può rivelarsi pericolosa.
Lo svelano le nuove linee guida dell’American Heart Association, secondo cui quando l’ipotensione raggiunge determinati livelli indica un malfunzionamento dell’organismo. Nelle persone adulte e sane il valore della pressione non dovrebbe mai essere inferiore a 120/80 mmHg, se i valori risultano inferiori a 90/60 mmHg si parla di ipotensione. Secondo i medici esistono varie tipologie di pressione bassa: ortostatica, neuronale mediata o legata ad uno shock.
Nel primo caso siamo in presenza di una patologia causata da un cambio improvviso di posizione, ad esempio quando ci alziamo troppo in fretta dalla sedia oppure dal letto. I sintomi sono soprattutto capogiri e vertigini, che durano pochi minuti per poi scomparire. Questa malattia colpisce in particolare gli anziani e il più delle volte le donne in gravidanza, non è pericolosa e in pochi minuti i valori della pressione tornano alla normalità, basta bere un bicchiere d’acqua e sollevare le gambe per migliorare la circolazione del sangue.
L’ipotensione neuronale mediata invece si verifica a causa di un “cortocircuito” nell’organismo, quando la pressione è già bassa e subisce un ulteriore calo a causa di un’errata comunicazione fra il cervello e il resto del corpo. I segnali sono mal di stomaco e svenimenti improvvisi, si manifestano soprattutto nei bambini e nei ragazzi.
L’ipotensione legata ad uno shock è la forma più grave di questa patologia e quella che può rivelarsi pericolosa se non viene diagnosticata e curata in tempo. Si manifesta quando la pressione del sangue raggiunge livelli bassissimi tali da non essere più in grado di fornire la giusta quantità di sangue agli organi. In questo caso è fondamentale rivolgersi ad un medico per evitare conseguenze molto gravi. Il più delle volte questa forma di pressione bassa è causata da disturbi renali, gravi infezioni, emorragie o disidratazione improvvisa.
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